Alla domanda iniziale sulla natura stessa dell'intelligence, afferma: "L'intelligence è qualcosa di concreto. Non giudichiamo le emozioni; non siamo certo lì per dire se una cosa è buona o cattiva! Il nostro ruolo è quello di raccogliere i fatti e fornire ai decisori i fatti. Poi, sta a chi decide decidere, in base alla politica, in che direzione andare".
D: La responsabilità ricade sui politici o sui servizi di informazione?
Alain Juillet: Quando si tratta di strategia politica, la responsabilità ricade sul politico, ma se le informazioni sono false, il servizio di intelligence è effettivamente responsabile - deve rimanere nei fatti. Se si inizia a interpretare, si commettono errori. I servizi dicono: "Ecco la realtà di ciò che vediamo". Poi ognuno ne fa quello che vuole; la decisione finale spetta al politico.
Per quanto riguarda gli UAP [Fenomeni Anomali Non Identificati], Alain Juillet dichiara:
"Ciò che è terribile circa gli oggetti non identificati, volanti o meno, è che si tratta di sistemi contro i quali le nostre forze armate sono incapaci di reagire. Siamo di fronte a qualcosa che non controlliamo - e questo è molto grave perché significa che, non avendoli sotto controllo, se decidessero di attaccare, potrebbero farci a fette come il burro. Quindi questo pone un problema enorme in termini di sicurezza nazionale a ogni Paese".
"Subito dopo la Seconda guerra mondiale, ricevevamo regolarmente informazioni su velivoli e oggetti non identificati, ma all'epoca dicevamo - ed è sempre stato così - "è strano", ma forse si trattava di testimoni che avevano le allucinazioni. Tuttavia, anche a quell'epoca, c'erano dei dubbi. Quando persone molto serie - soprattutto personale dell’esercito e dell'aeronautica - raccontavano: "Ho visto questo, era vicino al mio velivolo", ci chiedevamo: "Eppure queste persone non sono pazze, sono serie, di cosa poteva trattarsi?". Ma siccome non c'erano problemi lasciavamo perdere".
"Quello che è successo negli ultimi 20 anni è che i nostri sistemi di misurazione, i nostri sistemi di identificazione e i nostri sistemi di tracciamento si sono sviluppati notevolmente con mezzi moderni e quindi abbiamo sempre più casi identificati e verificati. Oggi abbiamo sempre più casi in cui diciamo "sì, è successo davvero qualcosa e queste sono le informazioni che abbiamo potuto raccogliere". Questo pone dei problemi reali quando un politico chiede a un generale "Allora, di fronte a questo, cosa fate?" e quello gli risponde "Non posso fare nulla; non ho modo di prevenirlo ".
Per quanto riguarda i presunti palloni aerostatici abbattuti lo scorso febbraio dall'Aeronautica Militare americana, Alain Juillet osserva che gli Stati Uniti hanno preso la decisione di sparare contro gli oggetti senza averli formalmente identificati e lo hanno fatto violando il divieto di abbattere oggetti ad altitudini superiori ai 30 chilometri. Inoltre, le autorità americane non hanno fatto alcun commento sul recupero di eventuali frammenti. E aggiunge:
"Se si fosse trattato di palloni spia cinesi, avrebbero immediatamente diffuso l'informazione dicendo "vedete, sono palloni spia cinesi; avevano tutte le attrezzature per filmare", ma non hanno detto nulla del genere. Questo dimostra che, alla fine, questi palloni non avevano uno scopo di spionaggio. Erano palloni meteorologici come hanno detto i cinesi? È possibile - strano, ma possibile. Si tratta di qualcos'altro? Non lo sappiamo".
"Tutti i principali Paesi del mondo hanno avvistato oggetti non identificati; in alcuni casi, osserviamo mezzi con caratteristiche di volo completamente diverse da quelle che conosciamo".
Secondo Alain Juillet, la caratteristica più interessante che questi oggetti dimostrano non è il volo a zig-zag, ma la loro capacità di entrare "in acqua senza rallentare; continuano sott'acqua e poi tornano fuori. Abbiamo un gran numero di testimonianze su oggetti sommersi non identificati, velivoli che si muovono sotto l'acqua a velocità assolutamente incredibili. Nelle osservazioni di questi mezzi, abbiamo notato che quando escono dall'acqua non c'è traccia di acqua, sono come all'interno di una bolla".
"Ci ricorda un po' i russi, che hanno un siluro ad alta velocità che funziona così; crea una sorta di bolla di plasma intorno al siluro, il che significa che non viaggia più nell'acqua, ma in una bolla che non è acqua, ma plasma. Sono gli unici che attualmente sanno come farlo - e questo siluro è formidabile, ma quello di cui stiamo parlando è molto più veloce. Abbiamo testimonianze e sappiamo che oggi non c'è nessun paese in grado di farlo".
Per quanto riguarda le osservazioni di questi oggetti da parte della Marina americana, aggiunge: "Non ne parlano, anche se sappiamo che hanno rilevato UAP a velocità estrema sott'acqua - presumibilmente, hanno una serie di testimonianze molto interessanti; ma non ne parlano. Abbiamo sistemi di ascolto subacqueo per monitorare i sottomarini nucleari degli altri paesi, il che significa che oggi tutto ciò che accade è monitorato. Hanno i mezzi per rilevare qualsiasi cosa, quindi evidentemente hanno informazioni in proposito, ma non ne parliamo - e qui torniamo alla questione della segretezza: siccome non sanno di cosa si tratta, non vogliono spaventare la gente. È vero che se dicessimo alla gente: "Ci sono velivoli che attraversano il mare, non sappiamo da dove vengono e dove vanno; forse c'è qualcos'altro sulla Terra oltre a noi", la gente andrebbe nel panico; quindi è meglio non dire nulla".
L'ex ufficiale dei servizi segreti francesi tocca poi una teoria che è stata spesso citata: le informazioni che trapelano dagli Stati Uniti da circa un decennio potrebbero essere un modo per preparare l'opinione pubblica. "Una volta che le persone sono preparate, perché dovrebbero preoccuparsi? La gente poi si chiederà: "Ma cosa sono questi?". Tutto è possibile, ma questa è un'altra storia. Per quanto riguarda i servizi di intelligence, contano solo i fatti; un servizio di intelligence non vi dirà "viene da un altro mondo, viene da un'altra parte"; vi dirà: "Ecco cosa stiamo osservando oggi".
Alain Juillet affronta poi un argomento controverso: il potenziale recupero di velivoli non identificati da parte dell'OGA, un ufficio della CIA specializzato in operazioni segrete. "Questi velivoli precipitati o hanno avuto un guasto o sono stati distrutti o hanno toccato terra a un certo punto. Se ci sono dei pezzi da qualche parte, bisogna andare a recuperarli, ma tutti i servizi del mondo sono interessati al recupero di questi pezzi, per diversi motivi.
In primo luogo, perché guardando questi reperti, saremmo in grado di vedere quali leghe sono state utilizzate; data la loro traiettoria di volo e il loro comportamento, è molto probabile che abbiano risolto il problema della gravità, quindi ci sarebbero leghe che impediscono l'effetto della gravità".
Se si recuperano pezzi di velivoli, si può studiare la lega e magari scoprire che forse queste leghe possono essere fatte con minerali che esistono sulla Terra - o forse anche che si tratta di leghe con cose che non conosciamo". Secondo una recente testimonianza di un informatore davanti al Congresso americano, sembra che gli Stati Uniti possano aver recuperato dei pezzi, forse addirittura un'intera navicella, in Italia, dopo la guerra".
"Se lo stanno facendo loro, penso che lo stiano facendo anche i cinesi e che lo stiano facendo anche i russi. I cinesi lo hanno ammesso: hanno un ufficio che ci sta lavorando; gli stessi russi ne hanno parlato qualche anno fa, dicendo "sì, ci stiamo lavorando", perché a livello industriale e tecnologico questo permetterebbe di fare passi avanti interessanti, magari di iniziare a capire come funzionano. Inutile dire che per gli operatori dell'industria della difesa questo è molto, molto interessante".
Alla domanda sull'esistenza di un programma di recupero simile in Francia, Alain Juillet dichiara di non essere a conoscenza di nulla di simile.
Quando gli viene chiesto di commentare le parole dell'ammiraglio in pensione Tim Gallaudet, Alain Juillet le descrive come un buon riassunto della situazione, dati i fatti noti. Le parole di Gallaudet:
"Siamo visitati da un'intelligenza non umana con una tecnologia che proprio non comprendiamo e con intenzioni che nemmeno noi comprendiamo".
Riflettendo su una dichiarazione dell'ex Segretario alla Difesa statunitense Christopher Miller, deluso per non essere stato informato sugli UAP, Alain Juillet offre una spiegazione: il potenziale tecnologico di una simile piattaforma militare richiederebbe infatti il massimo livello di segretezza. E più persone vengono informate su un segreto, più c'è il rischio di una fuga di notizie. Cita quindi lo sviluppo dei caccia stealth americani, che sono stati tenuti nella massima segretezza durante i primi dieci anni di esistenza.
Alla domanda sulle possibili reazioni dei politici americani in un anno di elezioni, di fronte alla richiesta di risposte da parte dell'opinione pubblica sul tema degli UFO, Alain Juillet afferma che potrebbero prendere l'iniziativa e rilasciare informazioni, aggiungendo che dei professionisti guarderanno a ciò che può essere detto, a ciò che porrà meno problemi per il futuro". Si chiede se la rivelazione lenta e frammentaria a cui abbiamo assistito ultimamente non abbia proprio lo scopo di ridurre la pressione dell'opinione pubblica.
Riguardo a una potenziale corsa agli armamenti UAP in corso tra le principali nazioni, Alain Juillet conferma: "Sì, è per questo che tutti vogliono recuperare i pezzi per vedere le leghe. Ogni paese è alla ricerca di un'arma dirompente, che gli altri non possono fermare. Un paese in grado di costruire un UAP avrebbe un vantaggio enorme, perché renderebbe obsoleti tutti gli altri mezzi aerei. Le centinaia di jet da combattimento che i grandi paesi hanno - bombardieri, aerei da combattimento - sarebbero inutili; sarebbe una cosa enorme, una rivoluzione".
A proposito delle ambizioni di conquista dello spazio manifestate dai grandi e del riarmo generale in corso, Alain Juillet afferma: "Oggi tutte le grandi nazioni, compresa la Francia, dispongono di sistemi di localizzazione che permettono di seguire ogni satellite, ogni lancio e li monitoriamo al centinaio di metri o al chilometro esatto. Monitoriamo tutto; tutti i frammenti e i materiali che fluttuano intorno a noi sono noti. Abbiamo una conoscenza straordinaria di ciò che accade nello spazio - il che pone anche un problema, perché in queste condizioni, com'è possibile che non rileviamo velivoli, gli UAP, che potrebbero passare da lì? Ratcliffe ne ha parlato un po', ma nessuno ha mostrato immagini o riferito misure degli UAP che sarebbero state prese nello spazio. Eppure devono esserci, ci sono per forza, visto che li vediamo a terra, li vediamo ad alta quota; non c'è motivo per cui non li vedremmo nello spazio. Questo è un altro problema su cui c'è ancora molto da dire".
L'intervista integrale in francese
Traduzione di Edoardo Russo
Immagine principale: Immagine di Mario Schildermans da Pixabay.